Acufeni
È una percezione fantasma, cioè la percezione di un evento sonoro ( nelle sue più varie forme) in uno o entrambe le orecchie o nella testa in assenza di un corrispondente stimolo acustico esterno. (Jastreboff P.J., 1990)
Molti sperimentano questo evento in modo transitorio.
Può essere oggettivo (raro) o soggettivo (il più comune e difficile da trattare)
Quando il sintomo (non è una malattia) comincia a persistere per settimane o mesi, a meno che non sia presente una causa reversibile, l’acufene diviene permanente cioè cronicizza.
Colpisce circa il 15% della popolazione, ma solo l’ 1% lo vive in maniera invalidante dal punto di vista psico-sociale (ansia, depressione, insonnia, assenza lavorativa, isolamento, propositi suicidi).
Non tutte le ipoacusie si associano ad acufene e la sua gravità è indipendente dal grado di ipoacusia: può essere presente infatti anche in soggetti normoacusici e in questo caso la percentuale di pazienti che riferiscono di percepire acufene cronico in assenza di perdita uditiva varia dall’8 al 30%.
L’acufene è un sintomo molto eterogeneo, con origini diverse da paziente a paziente: pertanto è importante affidarsi a specialisti qualificati.
La visita ORL inizia con l’anamnesi, cioè l’ascolto del paziente e della sua storia clinica. È importante porre attenzione alla sofferenza del paziente e alle implicazioni che l’acufene ha nelle attività quotidiane. È necessario indagare quando e in che modo l’acufene è insorto.
Completa l’analisi un quadro generale della salute del paziente: l’acufene è infatti un sintomo con causa multifattoriale ed è dunque necessario chiarire la condizione di benessere nella sua complessità e non solo negli aspetti uditivi.
La visita prosegue con il Questionario THI che è un questionario soggettivo utilizzato per misurare il livello di disagio che l’acufene provoca nella vita quotidiana. Questo strumento aiuta a valutare l’impatto dell’acufene sulla qualità della vita e può essere utile per la diagnosi e la terapia. Si prosegue poi con test diagnostici uditivi necessari per arrivare ad una giusta terapia. Poiché le cause di acufene differiscono da persona a persona, non esiste un approccio unico alla cura dell’acufene, ma per ciascun paziente deve essere ritagliata su misura la terapia o il mix di terapie più efficaci.
Non esiste una cura per l'acufene, ma ci sono modi per gestirlo e ridurne l'impatto. Alcuni dei trattamenti includono apparecchi acustici (TRT), terapia del suono, terapia cognitivo-comportamentale, meditazione e dispositivi di mascheramento.
Una terapia che ha visto ottimi risultati è la neuro-modulazione bimodale che combina la stimolazione di due vie nervose che partono dalla lingua e dall’apparato uditivo. La stimolazione in cuffia riproduce dei suoni specifici generati in base alla soglia audiometrica e al contempo il tonguetip invia una lieve stimolazione elettrica alla lingua. Questo abbinamento della stimolazione elettrica sulla lingua combinata alla stimolazione uditiva rappresenta la stimolazione bimodale che modifica la percezione a livello cerebrale riducendo la gravità della sintomatologia relativa agli acufeni.